Quali insidie si portano appresso le immagini e quali effetti collaterali mettono in circolo? Come si è aperto il linguaggio fotografico verso una interazione con complessi sistemi che hanno rivoluzionato il medium stesso? La metafotografia attuale ha avuto la fotografia come incipit, ma poi è diventata una critica al futuro presente, scritta attraverso un'analisi della visione, avendo presente anche questioni inerenti a metalinguaggio, metamedium, metamodellizzazione e metaverso. L'intelligenza artificiale è coinvolta nello sfondamento del concetto di visione finora conosciuto ed è stata integrata nei dispositivi usati su scala globale, influenzando l'immaginazione collettiva. Le informazioni accumulate nei Data Center e nella Cloud stanno ramificando ulteriormente dentro una trasformazione dell'essere umano, con un impatto politico planetario. Algoritmi, Image Dataset, reti neurali, algocrazia, dispositivi di sorveglianza e redlining tecnologico sono le parole chiave essenziali per comprendere questo cambiamento, che è prima di tutto un processo economico. La "tecnologia intelligente che vede", l'occhio computazionale composto da innumerevoli occhi, ha un campo visivo i cui limiti potrebbero essere i confini del nostro mondo. In che modo la metafotografia informa o ispira la nostra percezione e comprensione dello spaziotempo? Le immagini ci guardano e sentono, dai dispositivi che le rendono visibili e fruibili per il nostro uso e consumo. Ora siamo rivolti verso un nuovo statuto dell'immagine, la cui fruizione non è più solo umana.
Non tutti sono consapevoli che le immagini ci guardano e sentono, dai dispositivi che le rendono visibili e fruibili per il nostro uso e consumo. Le immagini fotografiche retroilluminate negli smartphone e negli schermi dei personal computer fungono da esca. Tutti abbocchiamo, lasciando che i dispositivi tecnologici diano molte informazioni dei nostri gusti personali e di tutto ciò che concerne la nostra privacy, dati che sono preziosi per il sistema capitalistico, sempre in anticipo sulle masse e veloci a produrre nuovi oggetti o servizi utili a creare profitti. La diffusa solitudine, il bisogno di essere considerati e visti, l'attaccamento all'ego e la sopravalutazione personale sono alcuni meccanismi che continuano a tenere ben oliati i meccanismi della macchina della sorveglianza invisibile...
_ Sara Benaglia e Mauro Zanchi