Era il 1936 quando Carlo Emilio Gadda in Una tigre al parco fantasticava di dedicare un giorno una collana all’origine infantile delle proprie manìe. Poco meno di un secolo dopo, su suggerimento di Emi Ligabue, questa nuova serie marinonibooks dà spazio e voce alle fissazioni particolari che ci spingono ad accumulare oggetti e immagini in collezioni specifiche, catalogando il mondo con personale gusto di settore.
«Quanti formati di pasta ci sono in Italia? Chi ha provato a censirli ne ha contati più di 300, e qualcosa come 1700 nomi sono usati per indicarli. È questa la storia, tutta italiana, di uno straordinario ossimoro concettuale che riesce a tenere assieme, contemporaneamente, il singolare e il plurale. Pasta è sostantivo singolare, per dire l’impasto di farina e acqua (talvolta anche uova) da cui tutto nasce. Ma quell’impasto è solo il punto di partenza, è lì che attende di prendere una forma, un nome, un senso gastronomico. Si tratti di pasta fresca fatta in casa, o di pasta secca di produzione industriale, ci sono mani (o macchine) che modellano, allungano, allargano, tagliano, piegano, realizzando una miriade di formati diversi.»
Massimo Montanari, L’importanza della forma